domenica 21 marzo 2010

CORRERE


Lo sai cos’è, è che ci sono giorni in cui davvero correrei, correrei forte più che posso, forte tanto quanto le mie gambe me lo permettono, a ginocchia alte e pugni chiusi con le dita contratte schiacciate pressate dentro le mani, tanto da sentire le unghie quasi bucarmi la pelle. Correrei con gli occhi chiusi senza guardare affatto la strada, con le palpebre serrate in un’ostinata negazione del mondo, in una voluta, forzata cecità, evitando, cercando di evitare di sentire le lacrime copiose cadere giù.
Correrei per togliermi di dosso questa fastidiosa sofferenza che mi punge, che mi toglie tranquillità, e mi impedisce di vivere la quotidianità in modo concreto, portando a termine costruttivamente quanto voglio e devo fare, nel lavoro e nel privato.
Mi scrollerei via questo logorio usurante e continuo, questa voglia che ho di amare qualcuno che mi ricambia suo malgrado ma che mio malgrado mi respinge, questa voglia che ho di buttarmi alle spalle tutto questo ma non si può, non si riesce, perché l’amore quello vero è attrazione, è chimica, è una corda bella grossa e resistente, che ti si avvolge addosso come un cappio e se ne frega di quello che vuoi tu, trascinandoti verso l’altro senza veramente stare ad ascoltare le tue perplessità, le tue obiezioni, la preoccupazione per il dopo.
Lo farei per dimenticare quanto frustrante sia sapere di piacere a qualcuno, e tuttavia al contempo sapere che quella persona ti respinge, piena di dubbi e di perplessità circa le numerose differenze che vi separano.
Correrei davvero, nel tentativo nobile di porre fine definitivamente a questo loop autodistruttivo, in realtà sapendo di farlo nella speranza di voltarmi e vedere che finalmente anche l’altro ha capito, ha capito che si potrebbe anche scegliere persone uguali a noi ma a quel punto la vita rischia di essere una noia mortale, perché chi ti fa sobbalzare dalla sedia, chi ti sorprende pia-o-spiacevolmente, chi ti fa vedere il mondo attraverso occhi che decisamente non sono i tuoi non è certo una persona facile da gestire, ma sicuramente tutto quello che ti potrà dare – tutto- è NUOVO PER TE. E bisogna avere il coraggio di stare con qualcuno di diverso, perché il nuovo ricambia l’aria nella stanza, e fa vibrare una corrente emotiva di fili invisibili che scorre veloce avanti e indietro incessantemente, come le luci sugli alberi e le case, nei giorni di Natale.
Correrei per sperare di essere rincorsa, una volta nella vita che non ero scappata avrei voluto vedere dietro di me un’ombra allungarsi verso le gambe di un uomo, che correndo anche lui come un forsennato a mezzo skeep, e allungando disperatamente un braccio nel tentativo di braccarmi, riuscisse a fermarmi alla fine; una volta che nella vita non ero scappata mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi trattenesse; fermi tutti e due in mezzo alla strada, le mani alle ginocchia e il fiato corto, e le casse toraciche strette in una morsa convulsa di su e giù; una volta nella vita non scappare e sapere per questo di non essere da soli.
E sentirsi abbracciare, e stringere dolcemente, e con amore essere riportati indietro.

Nessun commento:

Posta un commento