domenica 21 marzo 2010

LA CARRIOLA


Mi sono portata appresso una bella carriola e continuo a scavare il terreno pesante e incolto che occupa la superficie del mio giardino; scavo e scavo come una dannata ma non mi riesce di trovare nulla.
E mentre continuo a scendere molto più sotto rispetto al livello del suolo ho come l’impressione di compiere una mossa inutile, assurda, controproducente: più vado di sotto e più non trovo nulla, e intanto mi sembra quasi di scavarmi la fossa da sola.
Cercavo di trovare humus fertile per poter finalmente seminare qualche cosa anche io, ma la terra è sempre più arida, secca; la terra si sbriciola tra le mie mani priva di consistenza, priva di anima, priva di tempra, e priva anche di qualsiasi sentimento. Scava e scava, scava e spera, non importa non ti fermare continua, giorno dopo giorno, giorno dopo giorno cerca la zona migliore, ma il sentimento che prevale è lo sconforto, e mi assale una invincibile voglia di seppellirmi viva sotto tutta quanta quella terra inutile accumulatasi là sopra.
Forse che vivere sia un continuo cercare di trovare qualcosa di buono e di vivo dietro l’angolo; qualcosa che ci sfugge dalle mani ogni volta che tentiamo di afferrarlo, un gioco perverso al massacro nel tentativo illusorio di seguire un illusorio fine costruttivo per noi, per la nostra vita, per l’idea di vita in sé.
Forse che vivere sia proprio questo, e non importa se non si riesce a stringere tra le mani un bel niente, ad un bel niente arrivare se non, guarda un po’, alla fine di tutto, a scavarci la fossa, mi viene da pensare, mentre mi appresto rassegnata a risalire dall’ennesima buca, mentre mi asciugo le gocce di sudore che mi cadono sulla fronte, appoggiandomi sulla pala per riposarmi un poco, sconsolata dal triste quadro che mi si para di fronte, un insieme indistinto di terra e gramigna come unico premio per la mia buona volontà.
Forse che vivere sia proprio questo, mi dico recependo mio malgrado quanto rispecchi lo sconforto del mio spirito quello spettacolo desolante ed arido, ma intanto registro anche che nonostante tutto il mio vano cercare, altra strada se non quella di continuare a cercare per costruire qualcosa di buono io non conosco, e dunque mi appresto, con spirito oramai non più battagliero ma neanche in fondo completamente rassegnato, a ripiantare altrove il badile.

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